
Mi chiedo quando succeda
che il punto raggiunto a fatica
venga disintegrato con un soffio,
come gesso sulla lavagna
con un tocco impercettibile di spugna.
Quanta disattenzione ci voglia
perché nessuno se ne accorga.
La chiave sarà nel dimenticare
il passato, leggi che difendono,
donne in Corte, in piazza, in casa
cambiando ogni cosa, migliorando ogni cosa.
È necessario distrarre, intrattenere,
lasciar perdere, lasciar andare, lasciar fare…
Sì, sicuramente lasciare.
Lasciare a suon di “futtitinni” o di
“è sempre stato così, cosa vuoi che cambi?”.
Lasciare fino a quando scopri
che non è sempre stato così,
che anche se fosse, non vuol dire
che debba per sempre essere così.
Che tu vuoi scrivere con penna indelebile,
tatuare nelle pareti delle città,
diventare un coro tragico
che canta dal teatro di Taormina,
con la voce verso il cielo
ed i piedi ben piantati per terra,
un canto così forte che arriverà fino
allo scoglio delle Sirene,
così che anche loro intoneranno
il canto che leviga la pietra
e poi verso un’altra terra superando il mare
e così via, e così vita
fino a che un canto indelebile
non lascerà più nulla dietro.
